Quest'ultima fase del pessimismo leopardiano è chiamata pessimismo eroico poiché l'uomo afferma orgogliosamente ed eroicamente la propria dignità, insieme con i propri simili. [158], La cosiddetta "doppia visione" in Leopardi consiste in una visione nella quale alla realtà percepita con i cinque sensi si affianca un'altra realtà, frutto dell'immaginazione. La differenza verte però sulla speranza ultima cui l'uomo è destinato: se per Leopardi il ciclo esistenziale del mondo è destinato a risolversi in distruzione e morte, Manzoni riesce a non cadere in questo pessimismo "cosmico" grazie alla fiducia che pone nella Provvidenza divina. Il pensiero di Leopardi: il percorso filosofico, la concezione della Natura, lo sviluppo del pessimismo e l'elaborazione di una poesia filosofica…, Letteratura italiana — [19] L'infelicità dell'uomo è dunque un prodotto della ragione moderna, e per Leopardi le epoche passate sono migliori di quelle presenti. (Firenze, 1957) per il tentativo di spiegare tutto il percorso intellettuale del poeta alla luce del motivo eroico-titanico.Infine, entro l’ambito di una critica prevalentemente stilistica si sono mosse le ricerche di Bigongiari, Getto, Ramat, Solmi e Bigi. Quaderni d'italianistica: Andrea Mariani, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Pensiero_e_poetica_di_Giacomo_Leopardi&oldid=117177876, Template Webarchive - collegamenti all'Internet Archive, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. [157], La poetica di Leopardi è caratterizzata da un forte potere evocativo atto a suscitare sensazioni e immagini abbastanza variegate senza descriverle in modo preciso. [102], Sul tema della contemplazione della vitalità dell'universo sono state rilevate analogie anche col poeta romantico inglese Percy Bysshe Shelley,[103] il quale affermava l'esigenza di «sollevare il velo che nasconde la bellezza del mondo» dando voce alla poesia,[104] per riuscire a placare il proprio animo tormentato. Nel 1940 Adriano Tilgher sostiene che esiste una filosofia di L., che non è sistematica né procede per astrazioni (L. non indaga i problemi gnoseologici o metafisici); essa ora si serve di un’espressione lirica o letteraria (Canti, Operette morali), ora è comunicata in modo immediato, solitamente non elaborato, attraverso lo Zibaldone. Al marchese Gino Capponi, e nell'ultima lirica composta, Il tramonto della Luna. quel che prometti allor? [73] Riteneva inoltre che l'amor di Patria, già difficile in un paese dalla storia così antica e frammentata, non poteva per natura estendersi a dimensioni più ampie e artificiali come quella europea: «La patria moderna dev'essere abbastanza grande, ma non tanto che la comunione d'interessi non vi si possa trovare, come chi ci volesse dare per patria l'Europa. Il pensiero di Giacomo Leopardi Il pensiero di Leopardi, che sta alla base della sua produzione letteraria, è molto complesso, e proprio per questo può essere considerato una vera e propria filosofia, anche se egli non ha scritto dei trattati simili a quelli dei grandi filosofi. Sull'indifferenza e la "crudeltà" della natura, e la mancanza di un disegno di bontà Darwin scrisse come esemplificazione: «Perché la Natura, la Natura / senza cuore e senza ragione /nulla sente e nulla sa». In altri momenti Leopardi approfondisce la sua meditazione sul problema del dolore e conclude scoprendo che la causa di esso è proprio la natura, perché essa stessa ha creato l'uomo con un profondo desiderio di felicità, pur sapendo che egli non può mai raggiungerla. [143], «[Leopardi] non crede al progresso, e te lo fa desiderare; non crede alla libertà, e te la fa amare. Leopardi reputa proprio la sofferenza la condizione fondamentale dell'essere umano nel mondo, arrivando perfino a dire che “tutto è male”[46]. [18] Nel mondo moderno queste illusioni sono però andate perdute perché la ragione[19] ha smascherato il mondo illusorio degli antichi e rivelato la realtà nuda. In certi ambiti culturali, invece, per via di condizionamenti di pensiero, vi è stato chi ha voluto separare nettamente la filosofia dalla poesia. Le forme di piacere, per Leopardi, sono realizzabili anche tramite l'assenza del dolore, anche se questo presupposto, nella visione leopardiana, non sembra essere realizzabile. Secondo altri critici, in specie Daniela Marcheschi che ne ha studiato il particolare "umorismo", la lettura in chiave nichilista di Leopardi è molto dubbia, parendo piuttosto il frutto dell'assunzione di una prospettiva nichilista tutta novecentesca: infatti, «Leopardi non si arrende mai all’esistente, e la sua opera, progetto del giornale compreso, lo sottolinea di continuo. Il suo pessimismo ha una matrice filosofica nel materialismo del Settecento derivato dal razionalismo dell'Illuminismo, oltre che nelle sue riflessioni personali. Rigoni, In compagnia di Cioran, Padova, ed. Nel 1803 l’amministrazione dei beni familiari è tolta al padre, che si ritira quindi in una velleitaria attività di letterato dilettante, e passa nelle mani della … Il pensiero e la poetica di Giacomo Leopardi sono caratterizzati dal pessimismo, l'aspetto filosofico che caratterizza tutto l'evolversi delle idee e degli ideali del poeta e filosofo italiano, assumendo nel tempo connotazioni diverse. L'Infinito è un chiaro esempio della vocazione poetica leopardiana; il sentimento dell'indefinito è sollecitato molto dal paesaggio circostante, non indicato con precisione, ma attraverso attributi vaghi e indefiniti. Housman). [18], Leopardi giunge così a considerare il dolore come il frutto negativo dell'evoluzione storica: lo sviluppo del sapere razionale ha negato a tutti gli uomini quella spontanea e libera immaginazione che permetteva di trovare conforto al dolore. Ecco riassunto e critica delle opere… Il pensiero di Leopardi è predominato da un pessimismo per l’infelicità dell’uomo. Il pensiero e la poetica di Giacomo Leopardi sono caratterizzati dal pessimismo, l'aspetto filosofico che caratterizza tutto l'evolversi delle idee e degli ideali del poeta e filosofo italiano, assumendo nel tempo connotazioni diverse. Categoria: Filosofia Moderna. La poesia d'immaginazione è caratterizzata dalle civiltà antiche, poiché fantastica. Basta considerare l'effetto che produce sopra i lettori della storia il carattere dei principi cristiani scellerati in comparazione degli scellerati pagani, e così dei privati, dei Patriarchi, Vescovi, e monaci greci (V. Montesquieu Grandeur ec. I rimedi alla noia, secondo Leopardi, sono il sonno, l'oppio e il dolore stesso, oltre che l'arte, il perdersi nel mare infinito del proprio pensiero (o in un istante senza pensiero alcuno). Voltaire, come Leopardi[130], rifiuta di affermare che una situazione generale è felice se la maggioranza di coloro che ne fanno parte è composta di individui che sono infelici. Ci siamo già occupati del pensiero filosofico di Seneca, in alcuni precedenti articoli (cfr. [4] Non c'è finalismo, ma esistenza fine a se stessa, di cui la Ginestra è il simbolo vivente, in quanto raccoglie in sé l'essenza ultima dell'essere (la nullità), in essa si fortifica, facendone l'unica illusione possibile; in Leopardi quindi, come in Lucrezio, ontologia e fenomenologia vengono quasi a coincidere. Così a scuotere la mia povera patria, e secolo, io mi troverò avere impiegato le armi dell'affetto e dell'entusiasmo e dell'eloquenza e dell'immaginazione nella lirica, e in quelle prose letterarie ch'io potrò scrivere; le armi della ragione, della logica, della filosofia, ne' Trattati filosofici ch'io dispongo; e le armi del ridicolo ne' dialoghi e novelle Lucianee ch'io vo preparando.», Tra le contraddizioni apparenti di Leopardi, il fatto che la sua sfiducia nel progresso si risolve spesso in una critica attiva e non davvero sfiduciata o rassegnata come vorrebbe una visione nichilista (l'abbandono delle illusioni non è mai definitivo), fino all'adesione ideale, anche se sempre disincantata, al movimento risorgimentale, e alle sue manifestazioni letterarie di patriottismo, ben evidenti nelle canzoni All'Italia e Sopra il monumento di Dante (con forti influenze di Foscolo e Alfieri), oltre che in vari passi dello Zibaldone.[71]. La luce e la tenebra sono archetipo e simbolo di Essere e di Nulla, di vita e di morte, di verità e di menzogna. Nel culmine del suo pessimismo Leopardi, raggiunto ormai il nichilismo, scrive anche un inno al Male, l'Inno ad Arimane (ca. Pensiero di Leopardi: pessimismo e teoria del piacere. [101]», La consapevolezza dei limiti della ragione, che conduce Leopardi a ritenere che la vera filosofia debba in ogni caso mantenere i legami con l'immaginazione e la poesia, sembrano avvicinarlo, più che all'ateismo francese, all'idealismo tedesco romantico, che fondava sull'intuizione intellettuale, esaltata anche da poeti come Hölderlin e Schiller, la possibilità di una comprensione globale della natura e dei rapporti in essa vigenti, mantenendo uniti razionalità ed entusiasmo. Schopenhauer e Leopardi), interessato all’uomo e all’artista, essa esprime un superficiale pessimismo, contraddetto dalla poesia, l’unica sua produzione genuina e profonda; il L. filosofo, che odia la vita, con la sua poesia ce la fa amare: "La vita rimane intatta quando ci sia la forza d’immaginare, di sentire e di amare: che è appunto il vivere. [68]», Leopardi giunge ad attaccare e deridere le superstizioni umane e le religioni in quanto vengono usate per rendere più misera e non più felice, tramite le illusioni, gli individui[94], considerando dannoso e poco virile l'aver abbandonato la via razionalista aperta dall'illuminismo, la vera luce, a cui gli uomini hanno preferito il buio. Caratteristica del poeta è l'essenzialità del linguaggio che, con rapidissime immagini e sapienza ritmica e sintattica, crea brani di straordinaria suggestione. Leopardi colloca l'unica felicità possibile della vita umana nell'adolescenza, carica di aspettative e illusioni riguardo l'età adulta da cui resteranno tuttavia disingannate, per concludere che il piacere non è uno stato duraturo, ma solo un passaggio transitorio dal dolore alla noia, come sostenuto nel Sabato del villaggio dove l'attesa della festa è destinata a spegnersi nella deludente domenica, o nella Quiete dopo la tempesta per il quale esso è «figlio d'affanno». Svegliatevi alla verità, uscite dal mondo falso: questo è il canto mattutino del gallo silvestre. [54] Tuttavia a differenza dei darwinisti, Leopardi non riesce ad accettare l'indifferenza della natura come neutra, identificandola quindi umanamente e "platonisticamente" come un male, contrapposto a un bene ideale. [33], Questo taedium vitae (noia della vita o male di vivere), l'altra faccia della sofferenza e del Weltschmerz romantico, è simile a quello che in ambito tardoromantico-decadente sarà detto spleen, ma se ne differenzia poiché quest'ultimo non produce profonda riflessività sulla condizione umana. In polemica contro Hegel, secondo Schopenhauer la natura e il mondo non hanno un'origine razionale, ma nascono da un istinto irrazionale di vita, da una pulsione informe e incontrollata che è volontà. Chi non piacque al proprio tempo, cioè, viene avvolto facilmente dalla dimenticanza. Il dolce mele non si fabbrica dalle industriose, pazienti, buone, virtuose api senza indicibili tormenti di quelle fibre delicatissime, senza strage spietata di teneri fiorellini. Voi non potete volger lo sguardo in nessuna parte che voi non vi troviate del patimento. Cioè tutto quello che è, è male; che ciascuna cosa esista è un male; ciascuna cosa esiste per fin di male; l’esistenza è un male e ordinata al male; il fine dell’universo è il male; l’ordine e lo stato, le leggi, l’andamento naturale dell’universo non sono altro che male, né diretti ad altro che al male. Leopardi considera la natura come una matrigna crudele e indifferente ai dolori degli uomini, una forza oscura e misteriosa governata e da leggi meccaniche e inesorabili. Significativi sono, a questo proposito, alcuni versi in conclusione del Canto notturno di un pastore errante dell'Asia (vv. Lo Zibaldone di Leopardi: analisi, struttura e spiegazione del diario del pensiero poetico e filosofico del poeta recanatese con appunti, riflessioni e aforismi.…, Letteratura italiana — La seconda è invece frutto di riflessione, caratteristica della contemporaneità. vissuto affettivo personale: profondi scambi e amicizie con intellettuali, e complesse frequentazioni con il mondo femminile (Geltrude Cassi Lazzari. Riassumere il pensiero di Giacomo Leopardi in pochi minuti sarebbe assolutamente impossibile. Il pessimismo è legato strettamente anche alla poetica di Leopardi, in quanto è tesa a dimostrare il nulla e a consolare il dolore, tramite le illusioni. [155], Nel caso di Giacomo Leopardi, l'elaborazione della poetica è testimoniata da numerosi passi, di varia estensione, dello Zibaldone, talora dotati di esempi, o addirittura corredati da abbozzi di testi poetici. Anche le illusioni di Patria, poesia eternatrice e gloria, cantate dal Foscolo nei Sepolcri e nelle Grazie, rimangono tali e non servono più al poeta per sentirsi parte della storia e di un progetto, non danno più un senso alla vita, anche se Leopardi ne sente comunque il richiamo[20], proprio come quello dell'amore. Trovati 4196 risultati. [63], «Leopardi e Schopenhauer sono una cosa. [62], A differenza di Schopenhauer, che si ispira a Kant e Platone e agli aspetti superficiali del buddhismo (ignorandone la parte religiosa), Leopardi nascerebbe filosoficamente dagli stoici, dai cinici, dall'illuminismo materialista, dal pessimismo greco e dall'epicureismo pessimista di Lucrezio: la legge meccanicistica dell'universo lucreziano sarebbe quindi l'origine vera del pensiero leopardiano più nichilista.