Davanti a Mora, Piazza lo accusò. Manzoni apprezza l’occasione che gli viene così data di criticare i poeti che non mettono il “santo Vero” al primo posto, coma fa lui. Alessandro Manzoni. Perchè aveva stracciato il foglio? Poi l’uomo tornò indietro per la stessa strada e incrociò un Commissario di Sanità, con cui scambiò due parole. Essa era fondamentale alla validità della confessione in quanto valeva il principio che "nessuno commette un delitto senza cagione"; di conseguenza nessuna confessione pronunciata sotto tortura aveva valore "se non c'era espressa la cagione del delitto". Capitolo V- Coinvolgimento del Padilla e uccisione di Mora e Piazza. Manzoni ritiene che Pietro Verri sia caduto in questo errore, enfatizzando l’iniquità delle leggi e la colpa degli autori, vedendo però a posteriori gli avvenimenti nel complesso. L’unica citazione poetica è del Parini, che sostiene ancora una volta la sentenza dei giudici, scagliandosi contro gli untori. Fu torturato, nominò altri e ritrattò in cappella e sul patibolo. A seguito della deposizione del Piazza, il Mora fu raggiunto presso la sua bottega, che fu minuziosamente ispezionata; vennero trovati due elementi sospetti: due vasi ripieni di feci (mentre l'abitazione era provvista del canale di scolo) e un recipiente contenente acqua torbida sul cui fondo era depositata una sostanza viscida, gialla e bianca. Sotto tortura il Baruello non confessa, ma dietro promessa di impunità, l’11 Settembre 1630 inventa una storia in accordo con quella del Piazza. I saggi legislatori e anche i primi interpreti cercarono giustamente di limitarlo. Negò di conoscere la strada e l’osteria dove Mora aveva detto di averlo incontrato e negò di conoscere anche Don Pietro d Saragozza. Download Full PDF Package. Come viene coinvolto? I tribunali intervanivano solo per sottrarre l’accusato all’ira della folla. Capitolo VI-Processo a Baruello e Padilla. 37 Full PDFs related to this paper. 4 Storia della Colonna Infame ... (tra i quali il nobile Gaetano Padilla, uno dei pochi che evitano la condanna), e lâanalisi dei principali giudizi storici sulla vi-cenda succedutisi dal tempo dei fatti a quello in cui scrive Manzoni. Andava rasente al muro perchè pioveva, ma la signora Caterina riteneva che avesse scelto un giorno di pioggia per diffondere di più il morbo. Il Mora però nella concitazione del momento la stracciò; i pezzi vennero poi raccolti ed utilizzati al processo. Piazza ritrattò, dicendo che aveva ricevuto denari da un banchiere; tuttavia non sapeva chi avesse nominato Piazza e nominò Girolamo Turcone. L’uomo inizialmente non confessa, essendo rassegnato alla sua sorte, ma sotto nuove torture lo fa. Nelle riforme che avvengono per gradi, i primi che modificano pensano di fare una grande cosa, mentre chi viene dopo accusa gli autori, trovando la legge ancora cattiva. He carried a paper on which he appeared to be writing, and from time to time he drew his hands along the walls. Nel secondo esame disse di non aver mai avuto a che fare con Mora, Baruello e Magliavacca. Il 30 Giugno Mora fu interrogato nuovamente, ma non c’erano abbastanza elementi per torturarlo. A short summary of this paper. Anche il barbiere Giangiacomo Mora ritenne che i muri fossero stati unti. Tuttavia Manzoni ritiene che non ponga abbastanza l’accento sulla malafede dei giudici e che esageri a colpevolizzare gli interpreti della legge. Durante la perquisizione due cose insospettirono gli inquirenti: un vaso pieno di sterco trovato in una stanzina dietro la bottega dove il mora viveva isolato dalla famiglia e un fornello con dentro una sostanza giallastra e appiccicosa. Alessandro Manzoni - La storia della Colonna Infame camente e moralmente impossibile. (Calle). La Storia della Colonna infame racconta il processo ai presunti untori milanesi Guglielmo Piazza e Giangiacomo Mora (e agli altri da loro trascinati nel processo nel tentativo di scampare alla condanna) torturati e barbaramente uccisi a Milano nel 1630. .... Manzoni ritiene che questi privati e non legislatori, dopo aver attinto a varie leggi o all’idea universale di diritto, idearono una legislatura criminale, o aprirono la strada per questo. 1972. Chi è il Padilla? La colonna infame fu atterrata nel 1778; nel 1803, fu sullo spazio rifabbricata una casa; e in quell'occasione, fu anche demolito il cavalcavia, di dove Caterina Rosa, L'infernal dea che alla eletta stava(75) , intonò il grido della carnificina: sicché non c'è più nulla che rammenti, né lo spaventoso effetto, né la miserabile causa. Il 22 maggio fu sottoposto a un terzo esame e gli raccontarono la loro versione della storia. Capitolo I-Descrizione “crimine” e arresto Piazza. Il servitore aveva parlato con Mora, che gli aveva detto che non aveva mai parlato con uno spagnolo e che non avrebbe riconosciuto Padilla se l’avesse visto; aveva sentito il suo nome e l’aveva ripetuto. Ammise di conoscere Vedano e Fontana, suocero del primo e nominato come complice dal Baruello. giudici per proferir due condanne, vedremo ora come lavorassero e riuscissero, per. La sentenza era di condurli su un carro al luogo del supplizio, tanagliati con ferro rovente, tagliata loro la mano destra, spezzate le ossa con la rota e in quella intrecciati vivi e sollevati in alto; dopo sei ore scannati, bruciati i cadaveri, le ceneri gettate nel fiume, demolita la casa di Mora, reso quello spazio inedificabile per sempre e su di esso costruire una colonna d’infamia. L'imputato affermava di aver avuto la "bava di morti" dal commissario perché più gente si ammalava più entrambi ci guadagnavano, uno nel suo posto di commissario, egli nella vendita del preservativo. Dopo 3 mesi di ricerche, il senato gli pubblicò il processo e gli diede un termine per le difese, accusandolo. (Masca). Nelle carceri si trovò Pietro Verdeno, nato a Saragozza e accusato di furto. Perché? Il momento in cui scrive non è quello più adatto a farne la storia in modo imparziale, dato che si sta sovvertendo un sistema. Le difese del Padilla furono presentate in tre volte, tra 1631 e 1632; il suo processo infatti durò 2 anni. Il 30 Giugno, il Mora venne torturato, confessò il delitto di cui veniva accusato e confermò l’identità dei complici che il Piazza aveva indicato. Mora dice ai giudici di chiedere a Piazza il motivo del delitto, perchè lui non c’entrava; li rimette a un altro perchè possano chiarirsi come mai un solo motivo possa averlo spinto al delitto. Storia della colonna infame, Alessandro Manzoni, 1840 Di Gianluca Cinelli Piranesi - Carceri Nel 1840, pubblicando la versione definitiva dei Promessi sposi, Alessandro Manzoni aggiunse in appendice al volume un breve scritto noto come la Storia della colonna infame, dedicato alla ricostruzione storica del processo che a Milano nel 1630 vide due uomini imputati e⦠a greaser): a spreader of disease by anointing walls and furnitures with a pestiferous ointment. Venne poi rilasciato perché avrebbe compromesso anche il Padilla. Esaminarono la scena e parlarono con le persone. Mora e Baruello erano gli unici ad aver deposto di essere venuti a contatto con lui, indicando anche i tempi degli incontri; in nessuno dei due periodi inventati Padilla era a Milano. Carlo Vedano, accusato dal Baruello di essere stato l’intermediario tra lui e il Padilla, fu torturato ma resistette, era l’unico che davvero conosceva il Padilla. Secondo capitolo. Accusò anche altri complici e nominò come capo Padilla. Il 22 Giugno Guglielmo Piazza fu arrestato; la sua sicurezza e il fatto che non era fuggito furono presi come indizi di colpevolezza; frugando nella sua casa non si trovò nulla, altro indizio di colpevolezza. Alla domanda dei giudici sul perchè non avesse confessato prima, Piazza rispose che era a causa dell’acqua datagli da Mora, che gli provocava troppe sofferenze. Il capitano di giustizia e il notaio si recarono in via della Vetra, trovando muri bruciati o appena imbiancati, perchè li si riteneva unti. Le cause di questi comportamenti sono principalmente rabbia e timore. (Re). storia della colonna infame riassunto introduzione si apre con polemica contro giudici che hanno ritenuto di condannare ingiustamente degli innocenti di ergere Interrogato, il Piazza ne nominò un altro, Girolamo Turcone. Un uomo viene visto aggirarsi in modo sospetto allâalba: non solo cammina ostentando furtività, ma si mette anche costantemente le mani su bocca e naso. Contesto storico e responsabilità individuale. Storia della colonna infame/12 Anche gli scrittori credettero alla calunnia. Fu decretato che la sua casa dovesse essere demolita e al suo posto edificata una colonna d’infamia. Associano alla crudeltà l’idea di ignoranza e invitano alla moderazione e alla benignità. Vedremo poi, in ultimo, come L’accusa di Piazza è stata fatta in seguito a una promessa di impunità, fatto che la rendeva nulla. In realtà le autorità erano alla ricerca di un capro espiatorio per fare contenta la popolazione, trovarono i colpevoli di un delitto che non c’era ma che si voleva. Storia della Colonna infame, Edizione Nazionale ed Europea delle Opere di Alessandro Manzoni, vol. Ci furono molti altri accusati secondari, ma Manzoni decide di parlare solo di Mora e Piazza perchè sono sempre stati considerati i principali colpevoli. Mora credeva che la sua accusa fosse di aver fabbricato l’unguento contro la peste senza licenza. Secondo la legge romana non si poteva iniziare dalla tortura, e concedere di torturare senza validi indizi era la stessa cosa. Il figlio Gaspare non calunniò nè se stesso nè altre persone; lo torturarono ma non disse niente. Racconta che le sorse il sospetto che fosse un untore, e per controllarlo si spostò ad un’altra finestra dalla quale vide che effettivamente l’uomo stava toccando il muro. Tra le testimonianze utili per il difensore del Padilla, c’è quella si Sebastiano Gorini, che si trovava in carcere in quel periodo e aveva parlato con un servitore dell’auditore di Sanità. Download with Google Download with Facebook. Piazza poi ritratta: conosceva Mora, gli aveva dato l’unguento e sapeva che era mortale, con lui c’erano altre persone di cui non ricordava il nome. Qual è il giudizio di Manzoni sugli interpreti della Legge? R. Manzoni si chiede se sia così realistico che i giudici siano venuti a sapere queste parole così verosimili sono dopo anni e da un testimone indiretto. Quanto alla Storia della colonna infame , sono illuminanti le parole di Giuseppe Rovani che, ne La mente di Alessandro Manzoni (Rovani, 2002, 544 ss. Cultura; 27 Marzo 2020. Nonostante ciò i giudici arrestarono Mora, lo torturarono con espedienti e poi per rendere l’accusa di Piazza valida effettuarono il rituale necessario per non farlo più essere infame. Nelle Nuove Costituzioni promulgate per ordine di Carlo V la tortura non è neanche nominata; in altri atti legislativi è intimata come pena, non come mezzo per ottenere prove. Negli statuti di Milano si diceva che si poteva utilizzare la tortura solo quando l’accusa fosse confermata dalla fama, ci fossero indizi e il delitto portasse a pena di sangue. Chiesto a Mora perchè avesse dato il vasetto a Piazza, rispose per interesse; conosceva gli altri presunti complici, ma non bene. Baruello venne accusato anche da Girolamo Magliavacca, gli venne proposta l’impunità ma morì di peste il 18 settembre 1631. Occhi che volevano vedere solamente unzioni in ogni cosa non ebbero difficoltà a trovarle anche in questo caso. Disse poi un nome reale, Giulio Sanguinetti, banchiere. Le condanne rimasero, tuttavia la colonna infame fu demolita nel 1778 e nel 1803 si costruì una casa in quello spazio, demolendo il cavalcavia dal quale Caterina Rosa aveva visto il fatto. Altra circostanza assai rilevante in cui i giudici forzarono l’interpretazione della legge è la cattura del Mora. Due cose apparvero sospette: Mora non dormiva col resto della famiglia, ma al piano di sotto, come accadeva quando un membro aveva contatti con la peste; inoltre fu trovato del ranno, una materia gialla e viscosa sul fondo di un vasetto di acqua torbida. Già Pietro Verri aveva trattato l’episodio in “Osservazioni sulla tortura”, con lo scopo di ricavare un argomento contro la tortura, che aveva portato alla confessione di un delitto impossibile. Capitolo IV-Interrogatorio e condanna Mora. 33. Investment products and services are offered through J.P. Morgan Securities LLC (JPMS), a registered broker-dealer and investment advisor, member of FINRA and SIPC.Annuities are made available through Chase Insurance Agency, Inc. (CIA), a licensed insurance agency, doing business as Chase Insurance Agency Services, Inc. in Florida. Come nota lo stesso Manzoni è molto strano che un colpevole non provi a nascondersi, sapendo che il suo presunto complice e' in carcere da 4 giorni. Alla fine fu torturato e dopo lunghi supplizi confessò di aver dato l’unguento a Piazza. Il Mora continuava a ripetere le stesse cose, appunto giudicate contraddittorie o insufficienti: che egli conosceva appena il Piazza e che aveva strappato il biglietto senza badarci, in preda alla confusione ingeneratagli dal momento, e che se avessero ricomposto il foglio e letto il contenuto sarebbe stato probabilmente in grado di spiegare cosa fosse (cosa che non venne fatta). Dopo lunghe ricerche, le autorità individuarono Pietro Verdeno di Saragozza come colpevole; lo torturarono, ma lui continuò a sostenere di essere stato a Napoli nel periodo delle unzioni e venne rilasciato. Il Padilla, dal castello di Pizzighettone, dovâera stato trasferito, fu condotto a Milano il 10 di gennaio del 1631, e messo nelle carceri del capitano di giustizia. Per rendere più legale questa offerta, si fece riferimento a una grida del 18 Maggio, che prometteva impunità a chiunque avesse rivelato informazioni sulle unzioni. La seconda macrosequenza và dal capitolo IV fino alla fine del V. In questi capitoli si narra della conclusione dell’inchiesta del Mora e del Piazza e dell’esecuzione, avvenuta il 1 Agosto 1630. Una prima macrosequenza potrebbe coprire i capitoli I, II, III in cui si narra dell’arresto del Piazza (avvenuto il 22 Giugno 1630), di come lo torturarono e di come lui, dopo la promessa di impunità accusò il Mora, che venne arrestato il 26 Giugno. In occasione delle torture i giudici forzarono l’interpretazione della legge, perchè la questione non era ben definita e hanno sfruttato ciò per torturare, ottenere confessioni e compiacere il popolo. Perché era importante la "cagione"? Questi aveva consegnato al Baruello un unguento ancora da terminare e poi da spargere in giro. Tuttavia ritiene utile questa presentazione, perchè nel racconto successivo mostrerà che l’autorità di questi uomini non è stata sufficiente. Capitolo V- Coinvolgimento del Padilla e uccisione di Mora e Piazza. Il Mora incalzato sostenne che Piazza aveva ricevuto dei soldi anche da “un non so chi”. C’è qualche personaggio che resiste alla tortura? Viene poi citato Pietro Giannone, che ha semplicemente copiato l’opera del Nani a questo riguardo. Mora denunciò inoltre il banchiere Giulio Sanguinetti, che sosteneva avesse dato dei soldi al Piazza. Si pone così in contrasto non con le conclusioni del Verri, ma con i ragionamenti che vi hanno portato. Chiestogli direttamente se avesse dato a Piazza l’unguento per ungere le mura, negò, ma non gli credettero. In this essay, all the references to Ipromessi sposi and Storia della colonna infame will be made to the Nigro's edition, which will be abbreviated as PS/CI. Su quali basi venne autorizzata la tortura del Piazza? Mora poi sarebbe stato accusato di aver creato l’unguento e di averlo dato a Piazza, mentre Piazza di aver sparso l’unguento. Manzoni aveva inizialmente inserito la storia come episodio nella prima edizione dei Promessi Sposi (1827), tuttavia poi optò per un’opera a parte perchè sarebbe risultato troppo lungo come episodio. Sotto minaccia di tortura, disse che avrebbe mantenuto la deposizione del giorno prima. quanto era possibile, a rifonder le due storie in una sola. La bugia dell’imputato era considerata un indizio per la tortura, purchè avesse a che fare col crimine e fosse provata o da due testimoni, o da una confessione. Pertanto, pur lodando gli intenti e le tesi dell’illuminista lombardo, ritiene di dover analizzare le modalità di svolgimento di processo non per dimostrare soltanto che la tortura fosse un male dovuto all’ignoranza di quel contesto storico, ma per evidenziare come fosse una scelta consapevole e terribile e di come la giurisprudenza stessa le avesse posto dei vincoli che non furono rispettati nel processo. Egli affermava di aver ricevuto ordine dal barbiere di ungere in cambio della promessa di un'ingente somma di denaro. Il 23 Luglio venne arrestato il Padilla, che fu condotto nel castello di Pomate. Verri sosteneva che nelle leggi non c’era traccia della tortura, quando invece nel passato c’era stata e già molti prima di lui si erano opposti, invitando anche i giudici a non inventare nuove torture; nessuna critica invece è stata mossa per essere stati troppo teneri con un condannato. Venne trovato in carcere per furto un tale Pietro Verdeno nativo si Saragozza; torturato, sostenne che in quel periodo era a Napoli e venne rilasciato. Introduzione. Il delitto del Mora era diventato verosimile e lo condannarono come colpevole. Il 23 Padilla si andò a costituire. Da questa âcolonna infameâ Manzoni prende il titolo per la sua opera. Oltre a un grave danno al buongusto, il protagonista della Storia della Colonna Infame, che abbiamo appena incontrato, si muove in clima di peste. They are put to death upon the wheel. Regolamento derivante dal fatto che molti imputati sotto tortura si assumevano le colpe di delitti non commessi solo per sottrarsi alle sofferenze. Non aveva unto Mora stesso perchè era a conoscenza dei rischi, infatti il giorno dopo aveva fornito a Piazza dell’acqua contro l’azione dell’unguento pestilenziale. Padilla venne condotto a Milano il 10 gennaio 1631 ed interrogato. Era questo il comodo che davano alle difese? Si utilizzarono degli espedienti con Spinola perchè il giudice del senato non poteva concedere l’immunità, ma solo il principe o il governatore in sua vece. Accade qui un fatto importante: il Piazza accusò il figlio del castellano (il Padilla) di essere mandante dell’unzione sperando che tirando nel processo una “persona grande” che mai si sarebbe giustiziata, si sarebbe salvato anche lui. I due banchieri vennero torturati, ma rimanendo fermi a negare, vennero rilasciati. It is this matter which he takes up in âLa Storia della Colonna infame.â 6: One morning in June, 1630, a woman standing at a window in Milan saw a man enter the street della Vetra de Cittadini. Quale cagione fu addotta all'unzione dal Mora? https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=The_Infamous_Column&oldid=961005983, Films based on works by Alessandro Manzoni, Articles containing Italian-language text, Creative Commons Attribution-ShareAlike License, This page was last edited on 6 June 2020, at 03:52. I Magliavacca sono stati accusati e torturati anch’essi. Messo alla tortura nominò il banchiere Giulio Sanguinetti. La storia della Storia della colonna infame. Immediately the Church and the Inquisition scapegoat the two artisans for the outbreak, and subject them to trial by torture, despite the protests of Cardinal Borromeo. Proprio perché non esistono basi attendibili per autorizzare la tortura, i giudici si concentrano sulle “inverosimiglianze” del suo interrogatorio: il Piazza afferma di non sapere degli imbrattamenti sulle muraglie delle case e di conoscere soltanto di vista dei deputati con cui si era trovato in una parrocchia (quest’ultimo fatto è ininfluente ai fini del processo). Piazza venne torturato, ma non sapeva di cosa fosse accusato, quindi non sapeva cosa eventualmente confessare. Per cagione si intende la motivazione che sarebbe stata causa del delitto confessato dall'imputato sotto tortura. Si sosteneva che non ci fosse traccia nelle leggi di indicazioni su chi potesse essere torturato, ma c’era nelle leggi romane. Impunità e tortura avevano portato a due storie, che però i giudici volevano riuscire a fondere in una sola. Padilla era capitano di cavalleria e si trovava con l’esercito nel Monferrato. Sarebbe scoraggiante pensare che certe azioni siano dettate da cause non legate all’arbitrio umano, si arriverebbe a negare o accusare la Provvidenza. It is 1630, and a devastating plague has descended upon the city of Milan. Inoltre citare proprio il Padilla fra i vari nobili e cavalieri spagnoli aveva un ulteriore vantaggio, dato che era il figlio del castellano e che quindi costui avrebbe fatto di tutto per liberarlo, giungendo anche ad interrompere il processo. Tuttavia la confessione non era valida se non era espressa la vera ragione del delitto. Si diceva che Matteo Volpi fosse stato presente a un colloquio tra Mora e Piazza in cui comunicava che gli avrebbe dato l’unguento. Queste voci arrivarono anche al Senato, che ordinò al capitano di giustizia di prendere informazioni, partendo già dal presupposto che l’unzione ci fosse stata. La proposta di impunità non fu comunicata ufficialmente, non ci sono tracce nel processo. Dato che non si poteva torturarlo ulteriormente, l’auditore fiscale della Sanità, dietro ordine del Senato, offrì l’impunità, a costo che dicesse la verità. Ma questo avverrà solo molto tempo dopo. Manzoni nell’ introduzione per prima cosa descrive brevemente l’ accaduto dicendo che già Pietro Verri aveva trattato l’episodio in “Osservazioni sulla tortura”, con lo scopo di ricavare un argomento contro la tortura, che aveva portato alla confessione di un delitto impossibile. Non esistono delle “prove schiaccianti” contro il Piazza tali da poter giustificare (se mai ciò sia possibile) la tortura ai suoi danni autorizzata dai giudici (ricordiamo che il Piazza è stato arrestato in seguito alle testimonianze di due donne, senza l’aggiunta di alcuna prova). Alla fine della strada si sfregò le dita contro il muro, probabilmente per pulirsi dall’inchiostro. Manzoni specifica nella premessa alla Colonna Infame di voler riesaminare l’intera vicenda che già aveva trattato il Verri nel suo “Osservazioni sulla tortura” e di volerne emendare gli errori non per la maggior grandezza sua ma per la diversa prospettiva che si acquisisce con lo scorrere del tempo. Le accuse erano le solite: come faceva a non conoscere Piazza? Nel 1842 Alessandro Manzoni pubblica un breve saggio storico, dal titolo Storia della Colonna Infame.Lâopera, nata in seno al Fermo e Lucia, sviluppata come appendice ai Promessi sposi e infine diventato titolo autonomo, narra il processo iniziato a Milano nel 1630 contro lâispettore della sanità Guglielmo Piazza e il barbiere Gian Giacomo Mora. Cagione che non solo gettò i giudici nell'indecisione riguardo la verosimiglianza, ma che sul momento era anche opposta a quella addotta dal commissario. Le due signore che avevano accuratamente descritto il percorso dell’uomo però non lo avevano visto fermarsi lì; nessuno pensò che era tornato indietro per la stessa strada in cui si pensava avesse diffuso un morbo, nè che lo maneggiasse così liberamente. Pubblichiamo la seconda parte della serie dedicata alla Storia della Colonna infame di Alessandro Manzoni, a cura di Virginia Fattori.Qui la prima puntata.. di Virginia Fattori. Il Padilla era un nobile spagnolo, figlio del comandante del Castello di Milano. Negò, un prete lo raccomnadò a un membro del senato e gli venne offerta l’impunità, che accettò l’11 settembre. I due chiesero una proroga e ottennero solo un giorno. Cinematography. Fornisci dettagliatamente almeno due circostanze in cui i giudici forzarono l’interpretazione della legge (Ciano). La seconda, Ottavia Bono, racconta, dello stesso uomo, di averlo visto fermo alla fine di un muro di un giardino, e anch’ella sostiene che tenesse una carta in mano: descrive come abbia visto l’uomo porre una mano sopra la carta e poi sfregarla sul muro vicino al quale si era fermato. Che ne dissero? Tuttavia quando sospetto e esasperazione non sono frenati da ragione e carità, la moltitudine esegue da sé la sentenza, prendendo per colpevoli degli innocenti, come è successo anche per gli incendi in Normandia. Lâimpunità e la tortura avevan prodotto due storie 1 e benché que sto bastasse a tali. All’inizio del processo si trovava in Monferrato con l’esercito, essendo capitano di cavalleria, e quando venne accusato dal Piazza e dal Mora fu costretto a costituirsi il 23 di luglio al castello di Pomate per essere poi portato a Milano il 10 Gennaio 1631. Ultimo arriva il Verri, che difende finalmente i poveri condannati e si scaglia contro la tortura e le superstizioni. giovedì 16 luglio 2020 Politica; Cronaca; Esteri; Cultura; Giustizia; Rubriche; Spettacoli; Chiudi Tutte le sezioni Manzoni ha un intento diverso, dalla storia vuole ricavare osservazioni più generali: ignoranza dei tempi e la giustizia inadeguata non possono essere addotte a giustificazioni per un fatto così iniquo, non era conseguenza necessaria del credere nelle unzioni il ritenere colpevoli gli accusati, nè il torturarli solo perchè la giustizia lo permetteva. Manzoni apre una digressione per spiegare come tutta la “Storia del regno di Napoli” sia interamente copiata del Nani e dal Parrino. Era diventata una scienza fare leggi a proprio piacimento, interpretare leggi particolari come generali. Suo padre chiese che venisse sospesa la sentenza a Piazza e Mora, ma i giudici negarono perchè era ciò che voleva il popolo. Premessa-Obiettivi e riflessioni di Manzoni. According to a superstitious belief held by the people, these untori were in league with the Devil, and were responsible for the spread of the pestilence. Ai principali accusati della vicenda (Guglielmo Piazza, Giangiacomo Mora e il Padilla) sono riservate sorti diverse a seconda del ceto sociale a cui appartengono. Li pongono allora a confronto, facendo in modo che con questo pretesto il Mora venisse a conoscenza di quello che avrebbe dovuto confessare. Egli riteneva che la presenza di un “pesce grosso”, quale era il Padilla, nella rete della giustizia avrebbe permesso ai “pesci piccoli” come lui di salvarsi. Nominò lui per due motivi: era figlio di un potente, che avrebbe potuto disturbare il processo; si diceva che nelle unzioni del 18 maggio fossero coinvolti degli ufficiali spagnoli. ... Il Padilla verrà interrogato, ma alle sue negazioni si risponderà con la scarcerazione e la caduta delle accuse a suo carico; un personaggio troppo importante per inimicarselo. Inoltre, tale cagione doveva essere verosimile e grave in proporzione al delitto medesimo, sempre per arginare il fenomeno delle false confessioni. I due fecero stendere ai religiosi delle ritrattazioni di tutto ciò che avevano detto durante la tortura. Morirà di peste in carcere il 18 dello stesso mese. Oltre alla copia stampata ce n’è una manoscritta, ricca di postille dell’avvocato difensore; questa copia appartine al conte Pietro Verri, ma suo figlio il conte Gabriele l’ha concessa a Manzoni per informarsi. In quanto contemporaneo alla vicenda gli fu chiaro da che parte stava la verità, ma sempre in quanto tale non poté sostenere apertamente la sua opinione, cosa che l’avrebbe portato allo scontro con l’idea dominante del popolo, appoggiata dai potenti e alla condanna del libro. Sostenne di essere a Napoli in quel periodo e confermò le sue parole anche se messo alla tortura. ), ricordava la reazione del pubblico dei lettori, all'insegna della delusione, quando, essendosi pre-parato a leggere un romanzo, "si reputò dunque ingannato" poiché si era trovato di- Il giorno seguente fu interrogato Mora: gli si chiedeva di accrescere le sue accuse, mentre lui voleva sminuirle, dicendo che erano solo frutto della tortura. Piazza nominò come persona grande il Padilla, figlio del comandante del Castello. Oltre a questi due documenti, Manzoni ha potuto attingere anche a qualche copia delle difese e a documenti autentici dell’epoca, trovati negli archivi. Di questo si ha notizia da una lettera scritta dal capitano di giustizia al governatore Spinola, che assediava Casale, il 28 Giugno. I due arrotini Girolamo e Gaspare Magliavacca, accusati dal Piazza e poi da Mora, vennero imprigionati dal 27 giugno, ma non furono mai confrontati con nessuno fino all’esecuzione della sentenza, il 1 agosto. Manzoni non ritiene di aver dimostrato che il lavoro degli interpreti sia stato inutile e abbia anzi peggiorato la situazione, non si può giudicare così nel complesso un lavoro di secoli. Alcuni fatti importanti per l’inchiesta avvengono in questi capitoli: abbiamo innanzitutto l’accusa del Piazza contro il Baruello e altri due arrotini amici del Mora, Girolamo e Gaspare Migliavacca, additati come complici e arrestati il 27 Giugno. Il Padilla, nobile spagnolo, infatti viene arrestato ma non subisce alcun tipo di tortura, e dopo due anni di processi viene assolto. A Manzoni Storia della colonna infame. La colonna infame fu atterrata nel 1778; nel 1803, fu sullo spazio rifabbricata una casa; e in quellâoccasione, fu anche demolito il cavalcavia, di dove Caterina Rosa, Lâinfernal dea che alla eletta stava(75), intonò il grido della carnificina: sicché non câè più nulla che rammenti, né lo spaventoso effetto, né la miserabile causa. Si cercava un motivo per torturare Mora, quindi si cercava di fare in modo che Piazza presentasse legami tra i presunti complici e Mora; disse che potevano essere amici, ma niente di certo. HARRISBURG, Pa. (WPVI) -- The Pennsylvania Attorney General's Office said 13 people are being charged after an investigation into alleged drug dealing in the western part of the state. Inizialmente i giudici erano contrari, però poi acconsentirono. Il complesso di leggi non aveva un intento generale e chi le interpretava assumeva il ruolo di legislatore. In un punto arriva anche a lamentarsi della sua condizione, per cui non gli è possibile esprimersi liberamente. Verri dice che le accuse a Padilla furono smentite da tutti tranne che da Mora, Piazza e Baruello, due mossi a mentire dall’impunità, uno dalla tortura. La casa di Mora viene demolita, lo spazio viene definito non edificabile e si costruisce la colonna di infamia. Sign in|Recent Site Activity|Report Abuse|Print Page|Powered By Google Sites, 13-5 Aggiornamento programmi italiano e latino. READ PAPER. I giudici condannarono degli innocenti ma, anche crdendo alle unzioni e con una legislazione che permetteva la tortura, avrebbero potuto riconoscerli innocenti; anzi, hanno dovuto ricorrere a improbabili esperienti per riconoscerli colpevoli.